Festività occidentali importate in Giappone: il Natale e il pollo fritto



Konnichiwa, minna-san!

Oggi parleremo di festività giapponesi. O meglio, di come le festività occidentali sono adattate in Giappone – perché anche loro festeggiano il Natale ma, provenendo dall'Oriente, non conoscono il senso originale della festa e celebrano il 25 Dicembre in modo diverso dal nostro, come succede per tante altre feste. Vediamole tutte!

1. Pasqua (Fukkatsu-sai; lett. Festa della resurrezione)



Il Giappone ospita più o meno due milioni di credenti cristiani (poco più dell'1% della popolazione), perciò la Pasqua non è celebrata come un rito religioso, al contrario del mondo occidentale. Tuttavia, la globalizzazione ha avuto effetto sul Giappone anche in questo ambito tanto che, in un periodo imprecisato che va da Aprile fino a Maggio (a volte anche Giugno) i negozi Giapponesi vendono uova di pasqua e cambiano il design di molti altri prodotti, creando ad esempio il Kit-Kat di pasqua.





Il parco divertimenti Tokyo Disneyland indice, dal 2010, un vero e proprio evento chiamato “Disney's Easter”, in cui lo staff indossa costumi da coniglio di pasqua e Topolino, Pippo e Paperino si infilano dei cappelli con le orecchie da coniglio. Si organizzano elettrizzanti “cacce alle uova” e il parco è decorato con disegni di uova ovunque. I ristoranti del parco, inoltre, offrono pranzi speciali – nel programma di quest'anno, ad esempio, è prevista una deliziosa *coff* pagana *coff* carbonara, offerta da “Cafè Portofino”.






A proposito della pasta all'estero, non mangiatela MAI. Quando sono andata in Inghilterra ho scoperto che i loro cuochi sconoscono il concetto di sale e la pasta era così scotta che non riuscivo a prenderla con la forchetta perché si era trasformata in una specie di crema.
E non fidatevi neanche dei ristoranti italiani all'estero: assicuratevi prima che ci sia un vero cuoco italiano in cucina. L'anno scorso, a Dublino, mi sono fatta cucinare una carbonara da un marocchino. Immaginate la bontà.


2. San Valentino e “White Day”(Hijiri barentaidee; Howaitodee)




Come la Pasqua, anche San Valentino è stato importato dall'Occidente, ma a differenza della Pasqua è celebrata in modo molto particolare in Giappone. Infatti, per San Valentino sono le donne a dare regali cioccolatosi agli uomini, e lo fanno con due tipi diversi di cioccolatini in base al rapporto che c'è con il destinatario. Se è un regalo in segno di amicizia, le ragazze regalano ai ragazzi dei Giri-choco, generalmente comprati nei negozi (stracolmi di dolci a forma di cuore per l'occasione); se, invece, si tratta di un pegno d'amore, le donne cucinano da sé i cosiddetti Honmei-choco, per infondere i dolci del proprio affetto durante la preparazione.


E non è finita qui: esattamente un mese dopo, il 14 Marzo, si colloca il “White Day”, giorno in cui gli uomini ricambiano i cioccolatini ricevuti a San Valentino, regalando alle proprie amiche o fidanzate dolci di colore bianco insieme a volte anche a fiori e peluche.



Questa cosa è piuttosto conveniente per le donne: anziché aspettare un regalo in simbolo di un amore che non arriverà mai, la ragazza fa la prima mossa sicura di essere ricambiata. Se vivessi in Giappone, mi impegnerei a regalare cioccolatini a chiunque solo per poterli ricevere indietro un mese dopo, così mi sentirei tanto amata e mangerei dolci all'infinito!



3. Natale – la festa dell'amore




Ovviamente, anche il senso religioso del Natale si perde in Giappone, che invece ha assunto tale festa come un momento estremamente romantico. Infatti, più che San Valentino, è Natale la festa degli innamorati, in cui si esce fuori per cena ad ammirare la città che risplende di luci apposta per l'occasione. Anche in Giappone si scartano i regali – facendo attenzione a mantenere intatta la confezione, in senso di rispetto – ma immagino non ci siano i “cenoni” tipici italiani.



Anziché farsi cucinare una cena da matrimonio dalla nonna, i giapponesi escono a comprare torta alle fragole e pollo fritto. Già, pollo fritto. Volete sapere perché? Ebbene, negli anni 70' la KFC (Kentucky fried chicken) portò avanti una campagna pubblicitaria che celebrava il Kentucky (pollo fritto) per Natale. La pubblicità divenne così famosa che si è adottato implicitamente il pollo fritto come cibo natalizio. Pensate che chi vende il kentucky è costretto a prendere le ordinazioni per Natale a partire da inizio Dicembre a causa del numero esorbitante di ordini! 

Immagino sia stato facile convincere i giapponesi, digiuni di cristianesimo, che il pollo sia un cibo tipico del Natale.



4. Capodanno



In realtà, il Capodanno giapponese non ha nulla di simile né di mutuato dalle festività occidentali. Ha una particolare celebrazione, chiamata shogatsu (in kanji è così: 正月) che risale al XIX secolo ed è tipico, per i giapponesi, recarsi agli altari o ai templi buddisti il 31 Dicembre, poche ore prima della mezzanotte. Lì pregano e ritirano delle profezie scritte in striscioline di carta: se sono predette fortune, la profezia si tiene e si porta con sé come buon auspicio; se, al contrario, la profezia è cattiva, il foglietto di carta viene legato ad un albero del tempio o in spazi appositi, per lasciarsi dietro tutte le cose cattive. A mezzanotte, inoltre, i templi buddisti suonano le campane 108 volte, per redimere i 108 peccati umani del credo buddista.



Davanti le case sono posti i kadomatsu, queste simpatiche statuette fatte di bambù e altre piante, che propiziano il favore degli dei e sono in coppia, uno a destra e uno a sinistra della porta, per simboleggiare divinità maschili e femminili.



Si mangiano cibi caratteristici – come i kuromame, dei fagioli neri, o il mochi - e si fanno giochi con le carte o si gioca all'hanetsuki, una specie di badminton. Non è raro, inoltre, vedere i bambini andare in giro con degli aquiloni, nonostante la neve.





E lo credo bene che i bambini vadano in giro a festeggiare! Infatti per capodanno i bambini ricevono dai parenti un bel gruzzoletto chiuso in una speciale confezione, regalo chiamato otoshidama. A volte si tratta di somme di denaro piuttosto grandi e le confezioni sono a volte semplici, altre volte decorate con l'animale dello zodiaco dell'anno in arrivo o con simboli tipici del capodanno, come il gatto.



Ecco, questi sono i momenti in cui mi chiedo – perché non sono nata in Giappone?! Lì i figli ricevono soldi da ogni parente e non sono costretti a rimpinzarsi di cibo fino a trasformarsi in arancini viventi. E a Natale mangiano pollo fritto! Uffa. L'unica cosa che mi consola, fino ad ora, è che noi abbiamo la Colomba di Pasqua e loro no.

5. Tutto il resto


Mi sono dannata per cercare una quinta festività, ma non ne ho trovate. Per Halloween, infatti, valgono gli stessi concetti espressi con la Pasqua – solo che ci si traveste da zombie anziché da conigli – e l'unica differenza è che non si fa dolcetto o scherzetto. Per quanto riguarda ferragosto, poi, i giapponesi hanno una celebrazione tutta loro a cui voglio dedicare un post intero: si tratta infatti del matsuri, il tipico festival estivo giapponese che gli otaku come me vedono dovunque negli anime.

Quindi, signori, queste erano quattro festività occidentali celebrate in Giappone! Spero di avervi incuriositi – e niente, per oggi è tutto da Hikari-sama. Buona Pasqua a tutti e

Sayōnara!



Curiosità +1: il Babbo Natale giapponese non entra dal camino. Piuttosto, se non ha la fortuna di trovare una finestra lasciata aperta apposta dagli abitanti della casa, utilizza la sua chiave magica che apre tutte le porte.


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