La prima volta che ho pianto per un anime - Recensione "Showa genroku rakugo shinju"



“Shōwa genroku rakugo shinjū” e “Shōwa genroku rakugo shinjū: Sukeroku futatabi-hen” sono due anime (il secondo è la continuazione del primo) in cui sono incappata per caso tempo fa mentre cercavo anime simili a Yuri!! On Ice. Pensavo di trovare qualcosa di relativamente leggero, invece ho trovato questa bestia: un Josei storico-drammatico per cui addirittura ho quasi pianto. Non mi era mai capitato di piangere per un anime, è stata un'esperienza sconvolgente.

Eccovi la trama: un ex-carcerato appena uscito di prigione si reca da un certo Yakumo Yurakutei per chiedergli di diventare suo allievo. Yakumo è infatti un rakugo-ka, una specie di teatrante molto particolare che aveva eseguito uno spettacolo alla prigione di questo ragazzo, facendolo innamorare del rakugo.
 Yakumo non prende allievi ed è restio ad accogliere Yotaro (da' questo soprannome al ragazzo perché vuol dire “idiota”), ma lui gli dimostra le sue buone intenzioni e Yakumo accetta. A casa di Yakumo vive anche Konatsu, una ragazza tenace come i suoi capelli rossi e figlia dell'eterno amico-rivale di Yakumo, Sukeroku, morto prematuramente. Dopo una serie di vicende, Konatsu accusa Yakumo di aver ucciso suo padre e l'anziano rakugo-ka comincia a narrare la sua storia e i suoi rapporti con il rakugo e Sukeroku, in un susseguirsi di alti e bassi.

Kikuhiko e Sukeroku in un momento di amore reciproco.

Non lasciatevi intimorire dalla storia apparentemente noiosa: non sarà elettrizzante come uno shonen ma altrettanto avvincente. Yotaro e Sukeroku provvedono alla quota comica dell'anime con la loro dabbenaggine e sregolatezza, caratteristica che Yakumo (che nel lungo flashback si chiama Kikuhiko) dovrà tenere a bada nel passato e nel presente. E' una corsa attraverso i decenni nel Giappone dalla guerra in poi per mezzo di ciò che rappresenta sempre i popoli, l'arte.

Il ventaglio nel rakugo può essere usato in molti modi: in questo caso credo che il tipo stia fumando la pipa.

Il rakugo è una forma di teatro molto particolare e nativa giapponese. Nel rakugo un'unica persona, il rakugo-ka, fa spettacolo seduto su un cuscino con l'ausilio di un ventaglio (sensu) e un fazzoletto (tenugui). In genere si raccontano storie comiche e il rakugo-ka recita tutti i personaggi insieme.
 Credo ci voglia un'abilità impressionante per reggere uno spettacolo del genere e far capire chi sta parlando o cosa sta succedendo! Quando ho finito di guardare questa serie (scusate, queste due serie) sono andata a cercare su internet altre esibizioni di rakugo e alcune sono davvero esilaranti!

Perciò, se vi siete appassionati del Giappone, questo anime è un ottimo modo per entrare ancora più dentro le sue tradizioni. Se non siete appassionati di un bel niente, prendetelo come uno spunto di riflessione. Se la prima serie si concentra sul rapporto di fratellanza-rivalità tra Sukeroku e Kikuhiko – che in alcuni momenti è di una tenerezza strappalacrime – e su come quest'ultimo abbia trovato nel rakugo la sua ragione stessa di vita, nella seconda serie Kikuhiko fa del rakugo il suo pretesto per morire e ciò che colpisce è la tenacia di Yotaro a non arrendersi in contrapposizione alla disarmante rassegnazione di Yakumo. In mezzo ai due sta Konatsu, che… beh, il ruolo di Konatsu in tutto questo è un po' ambiguo.

Ecco cosa intendevo con "tenacia" per Konatsu.
Nella seconda serie, dieci anni dopo l'inizio del flashback, la ragazza ha infatti un figlio da una relazione misteriosa e accetta di sposare Yotaro, che si è offerto di prendersi cura di entrambi. Il rakugo è in forte crisi e se Yakumo pretende di morire portando quest'arte con sé, Yotaro si da da fare per rendere questo tipo di spettacolo più popolare e ingaggia uno scrittore per produrre storie nuove. Konatsu si sforza di fare la brava moglie e sembra che cominci a nutrire un certo affetto per Yakumo, anche se ben celato. Quale sarà il destino del rakugo?


Ve lo direi, davvero, perché il finale è sensazionale e vi lascerà a bocca aperta. Dopo aver terminato la prima serie ho divorato la seconda e non saprei dire quale sia la mia preferita. Entrambe sono date in streaming legale e gratuito su VVVVID, perciò basterà registrarvi per poterle guardare entrambe senza riempire di virus il vostro computer.
 Ciò che colpisce di questo anime non è solo la trama e l'intreccio di temi che vi si nasconde, ma anche i disegni particolari e accurati, con uno stile molto originale, e una modalità di narrazione chiara e avvincente. Il mix di amore, mistero, magia e psicologia rende questa serie un must per niente banale.



Credo di capire perché non abbia riscosso tanto successo: i Seinen – soprattutto gli Josei – non vanno tanto in Italia, che già conosce a stento gli Shonen, ma da un punto di vista letterario questo anime potrebbe essere paragonato ad un buon libro. Per me è arte pura, anche se probabilmente non molti la penseranno come me.

Perciò se vi capita di non avere cosa guardare e vi siete stufati dei soliti anime super-scontati, provate questa serie: non ve ne pentirete. Se non scatterà la scintilla peccato, ma aspettate di arrivare intorno al quarto/quinto episodio prima di decidere, perché è lì che comincia l'azione.

Bene, anche per oggi è tutto da Hikari-sama! Buona visione e

Sayōnara!


Curiosità +1: l'anime è stato tratta dal manga omonimo di 10 volumi, scritto e disegnato da Haruko Kumota. Ho intenzione di comprarli tutti a breve, ma non ditelo ai miei: dicono che mi mangio tutti i soldi in fumetti.

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